Gioele Dix
•
IL PROF GIOELE DIX SALE
IN CATTEDRA
Il Giornale, 24/2/98
Mi sembra che andiamo bene.
Incoraggia i suoi spettatori-allievi il “professor”
Gioele Dix che nel suo nuovo spettacolo invita
il pubblico ad assistere alla prima di una lunga
serie di lezioni, che in veste di docente universitario
terrà ai suoi allievi. Si tratta di un
corso di recupero a aggiornamento per uomini e
donne “distratti” dalla vita, soprattutto
da quella di tutti i giorni. Le materie? Le più
varie: dalla storia romana alle frasi del cortometraggio,
dalla politica internazionale ai dolori del quotidiano,
dal federalismo allo speakeraggio televisivo,
fino alla morte della Famiglia. Insieme al prof.
Gioele Dix ci saranno altri docenti (naturalmente
sempre interpretati dall’istrionico Dix)
: la professoressa Caldara, pedagogista svampita
che non riesce ad esprimersi se non con dati e
diagrammi scritti e il professor Bagni, già
docente di Comunicazione all’ Università
di Sarajevo, autore di una feroce requisitoria
contro gli spot. Qual’è la conclusione?
L’unica possibile: il sogno violento di
una società migliore conquistata a colpi
di mazza, come fece Micheal Douglas nel film Un
giorno di ordinaria follia. Un’analisi lucidissima
del nostro quotidiano, sviscerato con impietoso
sarcasmo. Senza mai smettere di ridere.
• Anna
Bandettini, La Repubblica 18 Marzo 1998
L’attore che svaria, come dice lui, è quello che non si fa problemi ad attraversare le frontiere, anche se i territori non sono geografici ma artistici: dal cabaret passa alla fiction, dal teatro alla tv. Adesso Gioele è al Ciak dove presenta Mi sembra che andiamo ben, che non c’entra niente con il precedente spettacolo, con Mai dire Goal e con il resto. È un one man show attraversato dalla sua comicità che è fatta di freddure più che di affabulazioni, di graffi, non di arroganza. Scenografia tecnologica, immagini proiettate su un grande schermo, un leggio ripescato dai rimasugli di qualche quiz, e un uomo che parla. “Fa bilanci della sua vita, parla di evoluzione, di corsi e ricorsi della vita, come diceva Vico che io conosco perché una mia fidanzata abitava in via G.B. Vico. Metto a confronto l’imprecisione della vita rispetto alla precisione delle nostre ambizioni-dei sogni. Ma ai sogni nei mugugni di Dix fa seguito un incubo, come quello di Micheal Douglas in Storie di ordinaria follia. “è la parte nera di me che racconto. Un uomo che prende la mazza e si fa giustizia da solo. Non contro gli altri uomini per carità, contro gli oggetti, dai fast food ai bancomat” Ma il pezzo da novanta è quello che segue. Travestito da professore, invecchiato e imbruttito ( e qualche ammiratrice direbbe: non è una cosa facile), Gioele Dix fa una lezione di pubblicità che è una critica feroce agli spot più risaputi. “No, querele finora non ne ho mai ricevute. Anzi mi hanno invitato i pubblicitari alle loro convention e si sono pure divertiti” Si chiude con Gioele che torna Gioele in una bella storia di vita, finalmente normale. “Mi sembra che andiamo bene” è la frase finale. Che vuol dire? “La diceva mio nonno, amante di western”-spiega Gioele Dix. “Dopo le prime sequenze, se c’erano già stati abbastanza feriti lui sene usciva con “Mi sembra che andiamo bene”. Ma di rassicurante c’è poco.