regia Vincenzo Verdecchi
con Gioele Dix, Luciano Scarpa, Kasia Smutniak, Dino Abbrescia
Giorgio Albertazzi, Enrico Ciotti
Ci sono storie che finiscono per trovarti e credo
che quella raccontata in "Ora e per sempre"
sia una di queste. E' una storia che mi ha trovato.
Ma come mai ci stavamo cercando?
Ho avuto bisogno di capire perchè una storia
completamente appoggiata su uno dei miti del calcio
mondiale, il "Grande Torino", potesse
avere, per me, dei risvolti così profondi.
Lo sport, lo sappiamo, affonda le sue radici nella
natura umana, esalta i sentimenti eroici, il desiderio
di sfida, il senso di lealtà e di confronto.
Il "Grande Torino" queste cose le ha
rappresentate tutte e anche qualcuna in più.
Ma sentivo che c'era dell'altro in questa storia.
E alla fine ho capito.
"Ora e per sempre" è un film
che mi ha portato indietro nel tempo e mi ha fatto
recuperare quei luoghi della memoria dove conservavo
le carezze di mia madre. Sono emozioni ancestrali
che ognuno di noi trattiene senza averne coscienza,
legate all'infanzia, ai primi momenti della nostra
vita. I ricordi sotterranei di quelle carezze,
del loro calore, della sensazione di protezione
che ne abbiamo ricavato e dell'amore che ci hanno
trasmesso sono la causa prima della "nostalgia"
che dalla fine dell'adolescenza accompagna la
nostra vita. E allora ho capito quello che dovevano
aver provato i tifosi del "Grande Torino"
quel pomeriggio di maggio dopo aver saputo che
i loro eroi erano morti sulla collina di Superga,
che quella carezza che ogni domenica scendeva
su di loro per scaldargli la vita, donandogli
la forza di tornare a sorridere, da quel giorno
non l'avrebbero più sentita.
Doveva essere forte lo smarrimento, il dolore.
Ma più forte di tutto doveva essere il
desiderio di ricordare. Ricordare quello che era
stato. Ricordare quanto erano stati felici perchè
"il dolore di oggi è la certezza della
felicità che abbiamo vissuto e la speranza
che un giorno essa possa tornare". Memoria,
quindi, collettiva e individuale. E poi passione
e appartenenza.
Questo è quello che, insieme a Carmelo
Pennisi e Massimiliano Durante, volevamo raccontare
nel film e credo che sia quello che abbiamo fatto.
Vincenzo Verdecchi.